Quando ho deciso di avviare questa nuova convivenza, col lupo 🐺 più bello del mondo 🙂 di appena 2 mesi e mezzo, non ho pensato ad altro che allo “spazio emotivo” che gli avremmo saputo dare. All’accoglienza nel branco, insomma.
Tuttavia, un po’ stoltamente, ho trascurato alcuni aspetti che la convivenza stessa tirava in ballo.
Senza possibilità di rinvio.
Il cucciolino, peluche dolcissimo e intelligente, tranquillo e acuto, aveva tutto da imparare. Soprattutto bere e fare i bisogni 😳.
E non mangiare ogni cosa, per strada (dai sassi alle cicche di 🚬 sigaretta, alle carte di 🍬 caramella. Maledetti sporcaccioni!!). Perché il rischio è il blocco intestinale. Va guardato, controllato, seguito. Come un pupo.
Già, non ci avevo pensato. Nemmeno mio figlio, titolare sulla carta della creatura pelosa. Ma lui ha una grossa attenuante: mica se ne sarebbe occupato 🙄.
Poi, a onore del vero, ha fatto e fa del suo meglio, col lupo. Ed è uno spettacolo guardarli insieme. E ci preoccupiamo insieme. Quando ha mangiato la salvietta in carta stoffa, per esempio.
Comunque, quel che oggi è successo e vi racconto, mi ha regalato una rafforzata consapevolezza di me e nessun cruccio.
A sei mesi circa, i cani che raggiungeranno in età adulta i 40, 45 kg, devono fare un controllo importante: le anche.
Pare che la displasia alle anche sia un problema potenzialmente di ogni 🐕 cane. Un pechinese nano obeso vi può andare incontro. Un pastore tedesco, per quanto certificato per discendenza e genealogia (e il mio lo è), avendo una crescita importante e pesando sui 20 kg a sei mesi, se non ben alimentato, se non ben gestito, potrebbe presentare problemi.
Che, se diagnosticati a sei mesi, si possono correggere; perché è ancora in crescita. Da qui, le lastre di questa mattina. Per scrupolo.
Ora, lo sappiamo tutti: per fare le lastre occorre stare FERMI. Naturalmente, il nostro eroe non la intende proprio. Come ogni quadrupede che si rispetti, non ha cognizione di ossa, anche 🦴 e raggi X. Così il veterinario lo seda. È meglio per tutti, lastre incluse.
Porto il cucciolone alle 9. Il dottore gli fa abbastanza facilmente l’iniezione. Lo vedo, davanti ai miei occhi comincia a “sgonfiarsi”. Dopo 5 minuti il veterinario lo prende in braccio e lo porta via. Io allungo una mano, gli accarezzo lieve e rapida, il fondoschiena.
Non mi stava guardando, era mezz’addormentato. La carezza l’ho data perché faceva piacere A ME.
Così mi giunge questa sensazione: “Sì, amare è un atto di assoluto egoismo.”
Almeno, per me. Amo perché mi fa piacere. Un assoluto e inenarrabile piacere. È un amare libero, non si aspetta in cambio qualcosa. Amo così. Da che mi ricordi. E mi piace.
È potente. È nutriente. È musica per l’anima, a volerla tirare per le lunghe. 🙂
Insomma, il lupino ha le anche 🦴 e i gomiti a posto! 👌🏻
Il mio cuore ❤ nonostante la vita, batte ed è vivace.
E io mi sono anche fatta due risate di affetto, vedendolo con quello sguardo, riprendersi dal torpore, nella gabbietta…